Con la sedia stava seduto poco oltre l’ombrellone, praticamente così aveva la testa scoperta e nonostante qualche timida goccetta d’acqua non si spostava. Si stava bene fuori pure se era nuvoloso, dopo tutto era sempre il 12 di agosto; le goccette d’acqua stavano aumentando leggermente di intensità ma lui rimaneva nella sua posizione, i capelli si stavano poco poco inumidendo, per lui però andava bene così.
Stava pensando a quella parola che significa profumo di pioggia sulla terra asciutta, c’è un termine solo che significa questo ma non lo ricordava, andava in fissa quando non gli tornava in mente una parola che sapeva di conoscere, gli capitava raramente ma quando accadeva gli dava fastidio.
Le timide goccette di pioggia non sono state coraggiose perché già decisi raggi di luce, per poco ancora circoscritti, bucavano le nuvole grigie, i suoi capelli non hanno avuto modo di bagnarsi e la parola non gli veniva in mente.
“Sai che esiste una parola sola che significa profumo di pioggia sulla terra asciutta? Per una delle poche volte l’italiano è stringato e diretto come l’inglese, basta una parola sola ma non me la ricordo”.
“Ma a che stai a pensare? Stiamo in ferie, sto in vacanza e non voglio pensare a niente”.
Con la mano che regge il calice nel modo corretto fa una lunga sorsata, il vino è buono e fresco, è stata una buona scelta al posto della birra. La parola non gli è tornata in mente e desiste, è stanco e lo capisce anche da questo, lui che senza fare nulla non sa stare, lui che già sa che in questi giorni di ferie farà più di qualche lavoretto della lunga lista di lavori da fare per la ristrutturazione della nuova casa, lui che è bravo a fare tanti lavori e questa cosa lo porta a non fermarsi mai.
Il tipico teatrino sincero e fisso, prettamente maschile, per pagare lo vince lui, anche perché è il più grande e questo gli è servito per imporsi.
“La prossima volta paghi tu” così dice mentre rimette il portafoglio in tasca; sorride perché si è ricordato di quando per lavoro era stato a Milano e lui che era il più meridionale con orgoglio sfrontato e sfacciato aveva pagato da bere a tutti dopo che alla cassa stavano facendo i conti per pagare ognuno la parte sua.
“Allora ci vediamo lunedì 22, buon ferragosto”
“Grazie anche a te e la prossima volta pago io”.
Il suo collega era nato in Polonia ma viveva in Italia sin da ragazzino e a quanto pare anche in Polonia tra maschi non si divide da bere, una volta paga uno, così la prossima volta si sdebita l’altro e si ha il pretesto infinito per bere.
Che ragionamenti, era proprio stanco. Torna a casa, dovrebbe mettersi a preparare la cena, apre il frigorifero e l’intento si ferma sul nascere; va in camera e si butta sul letto rimasto disfatto, cosa questa sintomatica del suo essere stanco visto che la mattina si era svegliato tardi e si era scapicollato per arrivare in orario a lavoro.