Si è svolta ieri presso il Salotto di Città, Nicola Irti, la sala conferenze della scuola Montessori, in via Genserico Fontana ad Avezzano, la presentazione dell’ultimo libro di Gaetano Lolli, “Il cerchio dell’acqua” un romanzo storico sul lago del Fucino edito da Leonida Edizioni.
Si dirà: – l’ennesimo romanzo storico sul Fucino, e sull’epopea del prosciugamento del lago con tutte le implicazioni di natura antropologica e socio culturale che l’opera di bonifica ha avuto sulle popolazioni rivierasche nel momento in cui l’uomo del lago, da pescatore, è diventato contadino. – Niente di tutto ciò.
Il romanzo di Gaetano Lolli, in realtà, è molto più di questo. Il suo è un lavoro che unisce la rigorosa ricerca scientifica delle fonti storiche alla creatività del romanziere. L’abilità dello scrittore consiste nel saper ricreare gli spaccati di vita vissuta dai vari personaggi che appaiono via via lungo il racconto, inserendoli dentro gli scenari autentici della storia vera, quella descritta in decine e decine di saggi dedicati al prosciugamento del lago.
Scorrendo le pagine del libro si materializzano figure e personaggi dai nomi che richiamano epoche e millenni sedimentati nel tempo. Li vedi salire per gli stessi pendii e attraversare gli stessi boschi delle montagne che ancora oggi circondano il letto di quello che fu un mare fra le alte vette dell’appennino.
Luoghi aspri e duri che hanno forgiato il carattere delle genti che vi hanno abitato. «Nec sine marsis nec contra marsos triumphari posse» ovvero «Non si può vincere né senza i Marsi né contro di essi» Questa l’amara considerazione in voga nell’antica Roma quando l’esercito romano si scontrò con gli antichi guerrieri Marsi che poi divennero il nerbo del loro esercito.
Due sono gli elementi caratterizzanti del romanzo: il primo è il Lago, che racconta l’inesorabile passare del tempo e l’avvicendarsi di popoli e genti lungo le sue sponde. Il lago Fucino è testimone serafico di una vicenda che inizia con gli abitanti preistorici che vivevano sulle palafitte e finisce nella seconda metà dell’ottocento quando viene spinto a forza verso il Liri.
Gaetano Lolli conferisce al Lago le sembianze di un Dio benevolo che dona la vita agli uomini insediati lungo le sue sponde e che sono un tutt’uno con la madre terra. Lo stesso Dio Fucino però, sa essere irascibile quando scatena la sua rabbia distruttiva inondando i villaggi dei pescatori mai paghi della sua generosità.
L’altro elemento, che è anche un escamotage narrativo per incuriosire il lettore, è un’antica collana di conchiglie preistoriche che si perde nell’antico lago, quasi che il Dio Fucino voglia custodire nei fondali più remoti della sua anima divina, la genesi di una grande storia che attraversa le ere geologiche, che in cuor suo, l’autore del romanzo, vorrebbe non fosse ancora finita. Ed è probabile sia proprio così.
Nell’ora abbondante in cui si è dipanata l’intervista, Lolli ha catturato l’attenzione del numeroso pubblico presente in sala con interessantissime considerazioni che hanno suscitato, a più riprese, gli applausi della platea, da cui, al termine della presentazione, sono arrivate alcune domande grazie alle quali l’autore ha potuto approfondire ulteriormente la sua analisi.
Gaetano Lolli ha espresso parole di ringraziamento per la dottoressa Emanuela Ceccaroni, archeologa e responsabile della Soprintendenza, che ha curato la prefazione al suo libro ma non è potuta essere presente nella circostanza.
fonte articolo – https://site.it/sala-irti-piena-alla-presentazione-dellultimo-libro-di-gaetano-lolli-il-cerchio-dellacqua-leonida-edizioni/
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